Continua l’emergenza nel carcere spezzino: “I numeri di atti di violenza e irregolarità continuano ad aumentare, occorre più vigilanza e maggiori misure di sicurezza.
“La situazione nel carcere spezzino è di grande emergenza. Non solo per i numerosi episodi di aggressioni e violenze con cui gli agenti della polizia penitenziaria si ritrovano costantemente a fare i conti, ma anche per il sovraffollamento, causato dalla chiusura di un piano del carcere e dalla soppressione del Provveditorato della Liguria”.
Così il Presidente del consiglio regionale Gianmarco Medusei in merito alle criticità che la casa circondariale spezzina si trova ad affrontare da diversi mesi a questa parte.
“Altro dato che fa riflettere è anche quello che riguarda i detenuti: 86 sono di origine straniera a fronte dei 156 posti totali disponibili all’interno con 16 detenuti in più della capienza totale, ma considerando che un piano è chiuso per lavori gli spazi sono più ridotti con maggiore sovraffollamento. L’altra grande criticità riguarda la mancanza nella nostra regione del Provveditorato, istituto fondamentale per il coordinamento della sicurezza degli istituti e dei servizi penitenziari. Al momento il riferimento per la Liguria è ricaduto su quello di Torino, ma occorre che al più presto sia ripristinato il Provveditorato ligure, al fine che si possa mirare ad avere nuovi agenti disponibili, che al momento sono troppo pochi, anche per diminuire le condizioni di stress quotidiano a cui sono sottoposti i lavoratori della polizia penitenziaria.
Senza contare infine altri numeri: da gennaio a oggi si registrano 32 episodi di autolesionismo, cinque di aggressione al personale, tre manifestazioni di protesta collettiva, un decesso, quattro tentativi di suicidio, fino a 17 invii urgenti in ospedale e la recente tentata evasione da parte di un detenuto. Per questo condivido l’allarme dei sindacati sulla delicata situazione del carcere spezzino con numeri che parlano da soli e che dunque richiedono una maggiore attenzione da parte della Amministrazione penitenziaria e del Ministero della Giustizia.”